testi critici

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Da "Daniele Bianchi" di Luca Massimo Barbero, 1992 ed. Grafiche Aurora (VR)



... E' nel Silenzio della pittura, nel suo stesso "generarsi" che si ritrova la meditazione, la profondità e la volontà del voler creare un'arte che non possa essere travolta dagli eventi superficiali ed apparentemente "concettuali" del momento artistico che stiamo vivendo...

...Viviamo l'Epoca dove tutto l'operare in arte necessita di giustificazioni, non solo teoriche, e dove in fondo tutto diviene giustificabile...

... E' il momento delle "finte certezze" a cui forse nessuno può sottrarsi; giusto allora, destinare l'opera ad essere Testimone "Silenzioso" di tutto ciò che è arte.
Ed è del "Silenzio" della pittura, della sua ricchezza espressiva che si nutrono le opere di Daniele, caparbiamente, in un universo che non concede tentazioni citazionistiche o sterilmente "neoromantiche"...


Da "Daniele Bianchi" di Chiara Bertola testo nel catalogo per la mostra personale allo Studio d'Arte Barnabò (VE) 1994.



Chiara Bertola
… Daniele Bianchi crea illusioni figurative attraverso un procedimento astratto: le sue immagini non nascono dal disegno ma dal cromatismo e puntano tutto sull'infinita capacità di rigenerarsi del colore nelle ombre e nelle luci, in un linguaggio che non esaurisce l'analisi dei valori pittorici sulla superficie percettiva ma li sostanzia di profondità per mostrarsi infine, totalmente nel suo accadere.


Da "Dialogo fra pittura e scrittura a proposito del paesaggio" di Giuliano Scabia
testo nel catalogo per la mostra personale allo Studio d'Arte Barnabò (VE) 1994



- Scrittura:
Tu, credo, sai meglio di me cosa significhi paesaggio.
- Pittura:
Lo so e non lo so. A volte mi pare di aver perso la memoria.
- Scrittura:
Ma dai. Non ti ricordi tutto quello che i pittori hanno inventato, i paesaggi
Ideali e quelli dal vero?
- Pittura:
Tu parli ma io sono annebbiata. Il paesaggio è cosa d'altri tempi, perciò fingo
di non ricordarmi. Come Pittura mi sento un po' smarrita, qui, alla fine del 900.
- Scrittura:
Eppure tutti davanti a un paesaggio dipinto sognano, anche oggi. Si sentono portati verso la natura.
- Pittura:
Cosa vuol dire natura?
- Scrittura:
Anch'io non so più cosa vuol dire. Mi guardo indietro e a volte prendo paura.
- Pittura:
C'è tanto artificiale oggi - tante pròtesi.
- Scrittura:
Bisognerebbe non perdere quei sentieri vivi - sì, come quando la penna cerca sola sulla carta facendo scarabocchi e pian piano da un groviglio esce una parola nuova.
- Pittura:
Sono frastornato - non so più cosa dipingere. Ho fame di paesaggi ma non li
so vedere.
- Scrittura:
Perché?
- Pittura:
Forse ho paura di mostrarmeli.
- Scrittura:
Mi piacerebbe descriverli i tuoi paesaggi.
- Pittura:
Li sto aspettando - sto lì e aspetto.
- Scrittura:
Anch'io, con le parole, faccio così. Vado in giro e ascolto, in certi luoghi che conosco, dove ci sono i nidi.
- Pittura:
che nidi?
- Scrittura:
Delle parole - dei racconti.
- Pittura:
Vuoi dire - un po' come faceva Cézanne?
- Scrittura:
Un po'.
- Pittura:
Ma sono passati tanti anni - è tutto cambiato.
- Scrittura:
Tutto e niente. Vedi - la poesia è carnea. Il resto è protesi, monumento, retorica.
- Pittura:
Credo di capire. E la pittura?
- Scrittura:
Lo stesso. Mettersi ad aspettare. Farsi portare. Sentire le radici vive della mente.
- Pittura:
Sei enigmatica.
- Scrittura:
Enigma è la parola giusta.
- Pittura:
Enigma - e attesa. Come da una macchia aspettare che emerga …
- Scrittura:
Sì - che emerga…
- Pittura:
Un sentiero - una luce.
- Scrittura:
Appunto - e tu?
- Pittura:
Comincio a ricordare … sì … ecco … il paesaggio emerge dall'interno …
- Scrittura:
E allora?
- Pittura:
E allora aspettiamo - voglio stare nella parte della visione dove c'è più densità.
- Scrittura:
Sì - aspettiamo.


Da "Lo spessore della luce" di Maurizio Scudiero testo nel catalogo per la mostra personale alla Galleria il Castello (TN ) 1995



… E se per i romantici la rovina significa il rifiuto del Neoclassicismo, dalle "regole" dell'Architettura e del "culto del Passato", allo stesso modo Daniele Bianchi vuole simbolicamente, distanziarsi dal Concettualismo odierno, divenuto a sua volta regola, prassi scontata se non maniera, e paradossalmente già precocemente storicizzato. ...


Da "Il sublime è ora" di Renato Troncon testo nel catalogo per la mostra personale alla Galleria il Castello (TN) 1995



… Il suo mezzo, il suo medium, è l'umido, acqueo certo, ma talvolta igneo. Sono cavità che si allungano e scavano da sole, o che si infossano luminescenti. L'acqua e la luce si confondono nelle cascate scroscianti luce, l'aria e la luce si confondono nell'acqua, il colore nella luce, le rocce piuttosto si confondono con l'ombra. …

… Non vi sono oggetti, né memoria di essi, non vi è storia che non sia quella di un'aurora, di un meriggio, di un tramonto, di un crepuscolo universali. …

… Sono dipinti che sono drammi del paesaggio. …


Da "Il sublime è ora" di Renato Troncon testo nel catalogo per la mostra personale alla Galleria il Castello (TN) 1995



… Il suo mezzo, il suo medium, è l'umido, acqueo certo, ma talvolta igneo. Sono cavità che si allungano e scavano da sole, o che si infossano luminescenti. L'acqua e la luce si confondono nelle cascate scroscianti luce, l'aria e la luce si confondono nell'acqua, il colore nella luce, le rocce piuttosto si confondono con l'ombra. …

… Non vi sono oggetti, né memoria di essi, non vi è storia che non sia quella di un'aurora, di un meriggio, di un tramonto, di un crepuscolo universali. …

… Sono dipinti che sono drammi del paesaggio. …


Da "Il sublime è ora" di Renato Troncon testo nel catalogo per la mostra personale alla Galleria il Castello (TN) 1995



… Il suo mezzo, il suo medium, è l'umido, acqueo certo, ma talvolta igneo. Sono cavità che si allungano e scavano da sole, o che si infossano luminescenti. L'acqua e la luce si confondono nelle cascate scroscianti luce, l'aria e la luce si confondono nell'acqua, il colore nella luce, le rocce piuttosto si confondono con l'ombra. …

… Non vi sono oggetti, né memoria di essi, non vi è storia che non sia quella di un'aurora, di un meriggio, di un tramonto, di un crepuscolo universali. …

… Sono dipinti che sono drammi del paesaggio. …


Da "Il sublime è ora" di Renato Troncon testo nel catalogo per la mostra personale alla Galleria il Castello (TN) 1995



… Il suo mezzo, il suo medium, è l'umido, acqueo certo, ma talvolta igneo. Sono cavità che si allungano e scavano da sole, o che si infossano luminescenti. L'acqua e la luce si confondono nelle cascate scroscianti luce, l'aria e la luce si confondono nell'acqua, il colore nella luce, le rocce piuttosto si confondono con l'ombra. …

… Non vi sono oggetti, né memoria di essi, non vi è storia che non sia quella di un'aurora, di un meriggio, di un tramonto, di un crepuscolo universali. …

… Sono dipinti che sono drammi del paesaggio. …


Da "Il sublime è ora" di Renato Troncon testo nel catalogo per la mostra personale alla Galleria il Castello (TN) 1995



… Il suo mezzo, il suo medium, è l'umido, acqueo certo, ma talvolta igneo. Sono cavità che si allungano e scavano da sole, o che si infossano luminescenti. L'acqua e la luce si confondono nelle cascate scroscianti luce, l'aria e la luce si confondono nell'acqua, il colore nella luce, le rocce piuttosto si confondono con l'ombra. …

… Non vi sono oggetti, né memoria di essi, non vi è storia che non sia quella di un'aurora, di un meriggio, di un tramonto, di un crepuscolo universali. …

… Sono dipinti che sono drammi del paesaggio. …


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